Ma qual sì cruda gente, qual sì fera e barbara città quest’uso approva? – Virgilio

 

Rivolgendosi Enea, nel tempio stesso
vede da gran concorso attorneggiati
entrar Sergesto, Anteo, Cloanto e gli altri
Troiani, che da sè disgiunti e sparsi
avea dianzi del mar l’aspra tempesta.
Stupor, timor, letizia, tenerezza
e disio d’abbracciarli e di mostrarsi
assaliro in un tempo Acate e lui.

Ma, dubii del successo, entro la nube
dissimulando se ne stero, e cheti,
per ritrar che seguisse e che seguito
fosse già de le navi e de’ compagni,
di cui questi eran primi e li più scelti
di ciascun legno. E già pieno era il tempio
di tumulto e di voti ch’altamente
di sentian vènia risonare e pace.

Poichè furo entromessi, e ch’udïenza
fur lor concessa, il saggio Ilïoneo
prese umilmente in cotal guisa a dire:
Sacra regina, a cui dal cielo è dato
fondar nuova cittade, e con giustizia
por freno a gente indomita e superba,
Noi miseri Troiani, a tutti i venti,
a tutti i mari omai ludibrio e scherno,

caduti dopo l’onde in preda al foco
che da’ tuoi si minaccia ai nostri legni,
preghianti a proveder che nel tuo regno
non si commetta un sì nefando eccesso.

Fa cosa di te degna, abbi di noi
Pietà, che pii, che giusti, ch’innocenti
siamo, non predatori, non corsari
de le vostre marine o de l’altrui:
Tanto i vinti d’ardire, e gl’infelici
d’orgoglio e di superbia, oimè! non hanno.

Una parte d’Europa è, che da’ Greci
si disse Esperia, antica, bellicosa
e fertil terra, dagli Enotrei cólta.
Prima Enotria nomossi, or, come è fama,
preso d’Italo il nome, Italia è detta.

Qui ’l nostro corso era diritto, quando
Orïon tempestoso i venti e ’l mare
sì repente commosse, e mar sì fero,
Vènti sì pertinaci, e nembi e turbi
così rabbiosi, che sommersi in parte
e dispersi n’ha tutti: altri a le secche,
altri a gli scogli, ed altri altrove ha spinti:
E noi pochi, di tanti, ha qui condotti.

Ma qual sì cruda gente, qual sì fera
e barbara città quest’uso approva,

Che ne sia proibita anco l’arena?
Che guerra ne si muova, e ne si vieti
di star ne l’orlo de la terra a pena?
Ah! se de l’armi e de le genti umane
nulla vi cale, a Dio mirate almeno,
che dal ciel vede, e riconosce i meriti.

 

Virgilio, Eneide, Libro I

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