Le disuguaglianze di sviluppo generate dal colonialismo storico – il cuneo rosso

La prima causa strutturale delle migrazioni internazionali
odierne, sempre più dirette da Sud verso Nord
(e da Est verso Ovest, specie in Europa), è  costituita
dalle disuguaglianze di sviluppo generate dal
colonialismo storico – che è stato il versante extra-europeo
del processo di formazione del modo di produzione
capitalistico alla scala globale.
Non se ne parla mai, ma la ricerca storica meno malata
di eurocentrismo ha ormai assodato che fino alla
fine del 1400 (ed oltre) i livelli di sviluppo materiale
raggiunti nei diversi continenti sono stati sostanzialmente
comparabili. In ogni caso le disparità esistenti
a quel tempo non avevano nulla a che vedere con le
odierne disuguaglianze di sviluppo, raffigurate alcuni
anni fa dall’Onu con una coppa rovesciata. E questo
senza eccezioni, se è vero, come attesta Joseph Ki-
Zerbo, che “fino al XVI secolo l’Africa [nera] poteva
validamente paragonarsi agli altri continenti. Poi è intervenuta
una frattura che si è andata progressivamente
allargando”, per effetto della tratta degli schiavi e
delle aggressioni e spartizioni coloniali.

La stessa cosa si può dire per il mondo arabo che aveva conosciuto
già il suo apogeo nei secoli precedenti (“il momento
islamico della storia del mondo”), quando era riuscito
a raccogliere e sintetizzare le conoscenze acquisite
dagli antichi romani, dai greci, dagli egiziani, dai bizantini,
dai cinesi, dagli indiani, spingendosi molto in
profondità dentro l’Asia.

Se all’inizio del 1500 un’area
continentale era in uno stadio più avanzato delle
altre, questa era l’Asia dell’impero moghul in India e
della dinastia Ming in Cina, e lo sarebbe rimasta fino
al primo ventennio del 1800.
La frattura storica, la “grande divergenza” tra l’Europa
e i continenti “di colore” ha iniziato a determinarsi
a partire proprio dall’assalto europeo alle Americhe
(data-simbolo il 1492, primo viaggio dell’avido mercante
di schiavi genovese Cristoforo Colombo nelle
Indie occidentali), si è approfondita nei secoli
seguenti attraverso il saccheggio delle
Americhe, la tratta degli schiavi africani, la
colonizzazione del Golfo Persico, l’assalto
all’Asia, la spartizione e l’occupazione
dell’Africa, e ha messo capo ad una divisione
internazionale del lavoro che ha visto le
metropoli europee sfruttare e opprimere per
secoli le colonie e le semi-colonie. Una divisione
internazionale del lavoro messa in
discussione esclusivamente da un possente
movimento anti-coloniale, ma che ha tuttora
un grande peso nella determinazione delle
migrazioni mondiali.

Il cuneo rosso, n. 3 -Le cause delle migrazioni internazionali

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